Sono solo io o è ora di abbandonare le interfacce olografiche?

"Tony (Credito immagine: Marvel/Disney)

Quando R2-D2 ha proiettato una scintillante Principessa Leila in Star Wars, il pubblico è rimasto sbalordito dalle possibilità futuristiche degli ologrammi. I registi sono saliti sul carro tecnologico. Metodi VFX migliorati e costi ridotti. Una valanga una volta minuscola.

Diversi anni dopo, Minority Report ha utilizzato la tecnologia in un modo nuovo e interessante: l’interfaccia utente del computer stessa era olografica, consentendo a Tom Cruise di manipolare il display in un modo mai visto prima. È stato emozionante e all’avanguardia.

Due decenni dopo, è così comune che è praticamente auto-parodico. Eppure Hollywood si ammassa ancora nella gestione dell’ologramma in ogni occasione con una faccia seria. Dai computer in Total Recall del 2012 all’intero laboratorio di Shuri in Black Panther, i registi stanno ora guidando gli attori attraverso elaborati mimi su set vuoti: “Voglio che tu tocchi con le dita all’altezza degli occhi… Scorri verso destra più volte come se stessi facendo un trucco mentale Jedi… Gira la manopola su una cassaforte invisibile… Ora, con uno svolazzo, per favore mima la separazione di una serie di tende.

È un modo semplice per riempire la cornice di distrazioni brillanti. Le produzioni ottengono più tempo sullo schermo da Robert Downey Jr. o Kate Winslet, poiché fingono di concentrarsi sulle immagini che li circondano. Ma ogni fantascienza vagamente futuristica che usa lo stesso trucco da salotto riduce l’impatto. Queste tecniche una volta urlavano “big budget” ma ora sono disponibili per i principianti che lavorano sui loro laptop.

"Morte

(Credito immagine: Disney/Lucasfilm)

Questi display richiedono una destrezza poco pratica. Immagina Ellen Ripley aggrappata per la vita che ha bisogno di chiudere la camera di equilibrio mentre fa scorrere delicatamente il dito su una grafica fluttuante. E perché non c’è mai una finestra soleggiata dietro nessuno di questi display?

Poi c’è l’estetica. È così soddisfacente vedere il laser della Morte Nera attivato premendo pulsanti grossi e poi lanciando una leva d’argento liscia. Non voglio personaggi che fingono di dirigere un’orchestra in mezzo a grafiche arancioni e verde acqua quando spiegano come funziona un wormhole; basta infilare una penna attraverso un pezzo di carta piegata.

Chi è un’intelligenza artificiale più iconica: Jarvis che vortica digitalmente nell’aria o il solido e impassibile occhio rosso di HAL 9000? È ora di dare una pausa alle interfacce olografiche per un po’… o sono solo io?

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Frenk Rodriguez
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