Lord & Miller parlano della stagione 3 di The Afterparty: “Abbiamo molti piani”.

Se è un fan della serie di successo con delitto The Afterparty e vuole già saperne di più, visto che la seconda stagione continua a entusiasmare, beh, allora potrebbe essere fortunato! Mentre il servizio di streaming Apple TV Plus non ha ancora fatto un annuncio formale sul rinnovo dello show, i creatori della serie stanno già pianificando il futuro.

Parlando con GamesRadar+, lo showrunner Chris Miller, insieme ai partner produttori Phil Lord e Anthony King, ha rivelato che stanno sviluppando idee per una potenziale terza stagione. Ci ha detto: “In questo momento siamo in sciopero, quindi non stiamo lavorando a nulla, ma speriamo che gli studios riescano a fare un accordo equo e a pagare agli scrittori un buon stipendio. C’è molto in serbo e abbiamo molti piani. Non si sa mai chi potrebbe apparire quando il mondo si espande, il che permette di divertirsi di più”.

Non si sa mai chi potrebbe apparire con l’espansione del mondo

Come ha sottolineato il trio, a causa dello sciopero degli sceneggiatori in corso, tutti i lavori sono attualmente in pausa, ma sembra che una volta che Hollywood sarà tornata in attività, saranno in arrivo altri misteri della morte. La domanda è però: chi tornerà per una eventuale terza stagione?

A causa della natura antologica dello show, solo tre attori hanno ripreso i loro ruoli per la seconda stagione – Tiffany Haddish (Detective Danner), ZoË Chao (ZoË) e Sam Richardson (Aniq) – mentre al pubblico veniva presentato un nuovo puzzle da risolvere. Il ritorno di questa squadra di risolutori di crimini sarebbe quindi ancora una volta atteso se si realizzasse una terza stagione. Tuttavia, data l’impressionante natura del cast d’insieme e il fatto che questa volta ci sono stati alcuni camei (le nostre labbra sono sigillate per quanto riguarda chi, spoiler), tutto è possibile. Che è esattamente ciò che implicano i commenti di Miller.

afterparty

(Immagine di credito: AppleTV+)

È interessante notare che il trio di scrittori ha anche rivelato che, mentre si trovavano nelle prime fasi di sviluppo della stagione 1, non avevano alcuna intenzione reale di continuarla. Sebbene avessero alcune idee per le puntate future, come ha sottolineato Miller, in quel momento si trattava semplicemente di “teoria”. Ha continuato: “Al momento del lancio dello show, si parlava solo della prima stagione e del primo mistero. Alla fine abbiamo detto che potevano essercene diversi – come Aniq e ZoË a un matrimonio – ma era tutto solo in teoria, non c’era altro. Quindi, quando ci hanno chiamato per commissionare una seconda stagione, abbiamo dovuto pensare a quale sarebbe stata la trama. Volevamo provare a costruire su ciò che avevamo fatto in precedenza e questo significava spingere su generi e stili diversi, spingendoci ancora più in là, con più fiducia. Abbiamo affrontato temi che non avremmo mai preso in considerazione nella prima stagione, come Jane Austen e il film noir. Ma tutto questo ha reso la seconda stagione ancora migliore!”.

Volevamo provare a costruire su ciò che avevamo fatto in precedenza e ciò significava spingere su generi diversi.

Qui Miller si riferisce all’elemento più unico di The Afterparty, quello che lo fa risaltare nell’affollato genere del murder mystery: i ‘film mentali’. Ogni episodio dello show è presentato in uno stile diverso, per riflettere come i vari personaggi abbiano interpretazioni diverse di come si è svolta la notte dell’omicidio. Questo non solo dà un tocco di freschezza a un genere classico, ma ci permette di comprendere meglio i personaggi e il loro modo di vedere il mondo. Così, per esempio, nella stagione 2 la storia della sposa Grace viene raccontata come un dramma d’epoca stravagante, mentre la storia della sua eccentrica cognata viene mostrata nello stile di Wes Anderson.

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The Afterparty stagione 2

(Immagine: AppleTV+)

Sebbene l’espediente pulito potrebbe facilmente diventare una parodia eccessiva, The Afterparty non si spinge mai in quella direzione, mantenendo invece un equilibrio perfetto. Infatti, anziché imitare inquadrature specifiche dei vari generi e stili presenti, i registi cercano di catturare la loro sensibilità, come ha spiegato King: “Quindi, ad esempio con Hitchcock, si cerca di capire perché ha fatto le scelte che ha fatto per quei film. Si vuole dare quella sensibilità, cercare di creare la stessa tensione emotiva e la stessa suspense. Non si scimmiottano le inquadrature o si rubano i tropi, ma si cerca di capire questo modo di raccontare”.

Miller ha aggiunto, in conclusione: “Non è una parodia, deve essere totalmente una cosa propria ed è questo che impedisce di sentirsi una parodia. È solo il modo in cui le persone vedono se stesse e il loro mondo, bisogna sempre ricordarlo. Si vuole che qualcuno che non ha mai visto nessuno dei film di questo genere si diverta, rida e si interessi”.

Un nuovo episodio della stagione 2 di The Afterparty viene trasmesso ogni mercoledì su Apple TV Plus. Se vuole saperne di più su questa stagione, legga anche le nostre interviste agli attori Sam Richardson e ZoË Chao e al resto del cast.

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Frenk Rodriguez
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