Da bambino amavo stranamente Jabba the Hutt, quindi ho chiesto agli sviluppatori di Star Wars Outlaws com’è stato portarlo in vita.

Quando ero bambino, amavo Jabba the Hutt. Lo so, è strano. Considerando che non c’è molto da apprezzare in questo lumacone galattico, che darebbe prontamente in pasto al suo rancore praticamente chiunque (prima che Luke lo togliesse di mezzo, ovviamente), non posso davvero difendere la mia giovane affinità per il signore del crimine. Ma trovavo assolutamente esilarante la sua iconica risata e il suo aspetto viscido e poco attraente. A 10 anni ero davvero ossessionato dalla trilogia originale di Guerre Stellari, che rivedevo in VHS fino a quando le cassette non si consumavano. In quel periodo mio padre mi regalò un giocattolo di Jabba the Hutt, che sarebbe diventato uno dei miei oggetti più cari. Proveniente da un set Hasbro del 1997, la figura aveva una testa mobile che faceva muovere anche la coda di Jabba e mi piaceva tantissimo.

Anche dopo tutti questi anni, ricordo ancora con affetto quei giorni e il bambino che è in me non può che essere entusiasta all’idea di incontrare Jabba the Hutt in Star Wars Outlaws. Infatti, durante la mia visita allo studio dello sviluppatore Massive a Malmo, in Svezia, il mese scorso, ho ascoltato diversi membri del team che mi hanno spiegato come è stato portare in vita uno dei miei personaggi preferiti dell’infanzia per l’imminente avventura open-world.

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Frenk Rodriguez
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