Blighttown. Che abbiate giocato o meno agli altri giochi di FromSoftware, da Demon’s Souls (2009) a Elden Ring (2022), vi garantisco che questa singola parola di 10 lettere ha fatto rabbrividire una buona parte dei fan di Dark Souls. Anche se non conoscete quel labirinto verticale che è Lordran, è molto probabile che abbiate sentito parlare della zona peggiore dell’action-RPG del 2011 attraverso il passaparola. È un incubo, semplicemente. Una discesa insidiosa piena di mostri sputafuoco, folletti che lanciano dardi e bruti che scagliano massi. Ogni passerella sembra troppo stretta, rendendo la traversata una vera e propria faticaccia. E la ricompensa per essere arrivati in fondo indenni? Una palude velenosa. Se riuscite ad attraversarla, combatterete contro uno dei boss più difficili dell’inizio del gioco.
In termini comparativi, Blighttown è paragonabile a Yahar’gul di Bloodborne, al Villaggio invisibile e a Caelid di Elden Ring. Il fatto è che, mentre tutti e tre questi luoghi sono nati come i miei meno preferiti e i più odiati da visitare nelle rispettive ambientazioni generali, mi sono innamorato di ciascuno di essi, uno dopo l’altro, tanto che, non posso credere di dirlo, potrebbero essere i miei preferiti.
Città luminosa
(Crediti immagine: FromSoftware)QUESTO GENTE
(Immagine: FromSoftware; GamesRadar)
Dopo quasi 400 ore di gioco con Elden Ring, ho trovato il nemico più difficile di questo gioco di ruolo d’azione: un innocuo cavaliere teletrasportato che potrebbe esservi sfuggito del tutto.
Posso spiegarmi meglio? So che dovrei, ma non sono del tutto sicuro di poterlo. Ok, Blighttown, Yahar’gul e Caelid sono ora tra le mie ambientazioni preferite in assoluto nei videogiochi: come è successo? Non sono uno sviluppatore di videogiochi, ma credo che la mia crescente passione per questi paesaggi da incubo, essenzialmente brutali, disgustosi e intrinsecamente spietati, sia dovuta a ciò che ognuno di essi rappresenta. Queste orride fette di inferno incarnano l’esperienza di FromSoftware, ognuna delle quali è piena di nemici di qualche livello superiore ai vostri limiti; ognuna di queste aree è costellata di pericoli ambientali che vi faranno bruciare la schermata di uccisione “Sei morto” nel cervello. Queste aree sono progettate per essere bastardamente difficili, sono progettate per respingervi, eppure sono proprio queste caratteristiche ad attirarvi di nuovo.
Blighttown. Che abbiate giocato o meno agli altri giochi di FromSoftware, da Demon’s Souls (2009) a Elden Ring (2022), vi garantisco che questa singola parola di 10 lettere ha fatto rabbrividire una buona parte dei fan di Dark Souls. Anche se non conoscete quel labirinto verticale che è Lordran, è molto probabile che abbiate sentito parlare della zona peggiore dell’action-RPG del 2011 attraverso il passaparola. È un incubo, semplicemente. Una discesa insidiosa piena di mostri sputafuoco, folletti che lanciano dardi e bruti che scagliano massi. Ogni passerella sembra troppo stretta, rendendo la traversata una vera e propria faticaccia. E la ricompensa per essere arrivati in fondo indenni? Una palude velenosa. Se riuscite ad attraversarla, combatterete contro uno dei boss più difficili dell’inizio del gioco.
In termini comparativi, Blighttown è paragonabile a Yahar’gul di Bloodborne, al Villaggio invisibile e a Caelid di Elden Ring. Il fatto è che, mentre tutti e tre questi luoghi sono nati come i miei meno preferiti e i più odiati da visitare nelle rispettive ambientazioni generali, mi sono innamorato di ciascuno di essi, uno dopo l’altro, tanto che, non posso credere di dirlo, potrebbero essere i miei preferiti.
Città luminosa
(Crediti immagine: FromSoftware)QUESTO GENTE
(Immagine: FromSoftware; GamesRadar)
Dopo quasi 400 ore di gioco con Elden Ring, ho trovato il nemico più difficile di questo gioco di ruolo d’azione: un innocuo cavaliere teletrasportato che potrebbe esservi sfuggito del tutto.
Posso spiegarmi meglio? So che dovrei, ma non sono del tutto sicuro di poterlo. Ok, Blighttown, Yahar’gul e Caelid sono ora tra le mie ambientazioni preferite in assoluto nei videogiochi: come è successo? Non sono uno sviluppatore di videogiochi, ma credo che la mia crescente passione per questi paesaggi da incubo, essenzialmente brutali, disgustosi e intrinsecamente spietati, sia dovuta a ciò che ognuno di essi rappresenta. Queste orride fette di inferno incarnano l’esperienza di FromSoftware, ognuna delle quali è piena di nemici di qualche livello superiore ai vostri limiti; ognuna di queste aree è costellata di pericoli ambientali che vi faranno bruciare la schermata di uccisione “Sei morto” nel cervello. Queste aree sono progettate per essere bastardamente difficili, sono progettate per respingervi, eppure sono proprio queste caratteristiche ad attirarvi di nuovo.
Essendo giochi di ruolo d’azione, un aspetto fondamentale della progressione in Dark Souls, Bloodborne ed Elden Ring è la crescita di livello del personaggio. Le mappe aperte e le meccaniche di teletrasporto di questi giochi spesso significano che, una volta lasciate queste aree, non è più necessario tornarci. Tuttavia, farlo diversi livelli più forti, mentre si imbracciano armi, armature e magie iperpotenziate, può essere un’esperienza liberatoria. Quel gigante che vi ha fatto penare quando eravate un misero livello 16 con una Forza e una Destrezza da paura, armato di una Spada dritta di Astora? Vedrete come si sentirà quando verrà colpito in testa da un’Alabarda fulminante di +15 quando sarete al livello 100. Il Drago Anziano Greyoll ti ha preso a calci nel sedere una ventina di ore fa? Riprenditi con un’esplosione di Cometa Azur seguita da una pioggia di Comete Glintstone.
(Immagine: FromSoftware)
“E così, quando si elimina la sfida e, per estensione, il terrore in questi luoghi altrimenti orribili, si è liberi di ammirare la loro bellezza”.