Essere un leader mentre la nave della sua famiglia yakuza sta affondando non è facile. Questa è la situazione di Hamura Kyohei. Più si scoprono gli eventi intrecciati e spesso orribili al centro di Judgment, più diventa chiaro che il nostro odioso capitano di famiglia, vestito di bianco e che parla a vanvera, si trova in una situazione molto superiore alla sua portata e sta facendo del suo meglio discutibile negli unici modi che conosce: con la violenza.
E attraverso scelte di vita sbagliate. L’intero primo capitolo di Judgment è praticamente incentrato sul dover difendere quest’uomo in tribunale con l’accusa di omicidio. È difficile non solo perché sembra colpevole come il peccato, ma anche perché è un tale idiota che è difficile non volere che vada a fondo per questo. Eppure, una volta che è apparentemente fuori dai guai, il suo carisma bizzarro e potente e il suo ruolo intrigante in tutti i misteri in gioco lo rendono uno dei personaggi più interessanti del gioco.
Forti convinzioni
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(Credito immagine: Future, Remedy)
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Senza dubbio ha anche delle risposte importanti, quindi non possiamo lasciarlo morire dopo aver combattuto per tenerlo fuori di prigione. Difenderlo nelle battaglie, sia con l’ingegno che con i pugni, può sembrare una fallacia a costo zero. Hamura funge da eccellente contrappunto sia al protagonista Yagami che al suo assistente ex-yakuza, un gigante gentile, Kaito. È forte nelle sue convinzioni quanto loro, ma le sue priorità sono molto diverse, ed è per questo che è una tale spina nel fianco, che si scontra con l’Agenzia Investigativa Yagami per tutto il viaggio.
È difficile non odiarlo, per scelta. Ma, pezzo dopo pezzo, vediamo che Hamura sta cercando di assumersi il peso della famiglia e del suo patriarca il più possibile. Laddove sembrava che stesse cercando di usurpare Matsugane, vediamo anche che stava cercando di difendere lui e il resto della famiglia in un mondo in cui bisogna giocare sporco per sopravvivere e la gentilezza spesso porta alla morte.
Dopo aver trascorso tante ore a lottare alternativamente con lui e a proteggerlo, quando la sua storia finalmente si conclude, mentre il nucleo della cospirazione del gioco va fuori controllo, non si può fare a meno di sentirsi comunque tristi. Durante tutto questo, ci siamo affezionati ad Hamura. Sarà anche un idiota, ma è il nostro idiota.
Questo articolo è apparso per la prima volta nel numero 15 della rivista PLAY. Per ulteriori fantastici servizi, interviste, recensioni e altro ancora, può abbonarsi qui.