Sono passati dieci anni dal lancio di Dragon Age: Inquisition e dieci anni da quando ci ho giocato. Nonostante abbia giocato l’intera trilogia fino in fondo e mi sia divertito molto durante il percorso, ho dimenticato più di quanto abbia mai saputo della serie e sembra che BioWare si stia rivolgendo a persone come me con Dragon Age: The Veilguard. L’atteso quarto titolo della serie deve ripagare oltre un decennio di attesa da parte dei fan più accaniti della serie, riportando in auge i giocatori decaduti come me e invitando allo stesso tempo i neofiti. È un compito arduo cercare di soddisfare tutti questi pubblici contemporaneamente, ma BioWare sta facendo tutto il possibile per rimanere fedele alle radici della serie, adattandosi al contempo a quella che spera sarà una nuova ondata di fan.
“Ogni Dragon Age è un’iterazione”, spiega a GamesRadar+ il direttore creativo John Epler. “Prendiamo ciò che ha funzionato in precedenza, vediamo cosa non ha funzionato e ci evolviamo. E questo per noi è un’evoluzione di tutti gli altri giochi di Dragon Age, riuniti in un pacchetto perfetto”.
Nell’ambito del Summer Game Fest, gli sviluppatori hanno mostrato la prima ora del gioco ai media, passando direttamente dalla schermata del titolo a un cliffhanger da capogiro che di certo non spoilererò qui. Avete già visto qualcosa di tutto questo se avete seguito il reveal pubblico del gioco di oggi, e The Veilguard ci sta certamente regalando un’esperienza di Dragon Age più incentrata sull’azione che mai, e l’azione sembra curata, pesante e completa.
Tutto ciò ha contribuito a placare i miei timori nei confronti del gioco, dopo tante voci di corridoio, rapporti sull’inferno dello sviluppo e – siamo onesti – una serie di giochi deludenti da parte di uno studio un tempo leggendario. Ma The Veilguard mi fa sperare che quest’anno BioWare tornerà con le cose buone, e non potrei essere più sollevato.
Anteprima dei giochi estivi
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