Baldur’s Gate 3 mi ha preparato troppo per Dragon’s Dogma 2, ma mi ha fatto apprezzare ciò che rende entrambi i giochi di ruolo così unici.

I giochi di ruolo in successione possono essere scoraggianti. Ho finito Baldur’s Gate 3 l’anno scorso e, a oggi, l’ho giocato fino al completamento circa sei volte (e non è finita qui). Dopo un’esperienza così imponente, per non parlare di quella che mi è piaciuta così tanto, avvicinarmi a un gioco come Dragon’s Dogma 2 mi ha intimorito non poco.

Non avendo mai giocato al primo gioco, sono partito alla cieca. Quello che avevo letto sul gioco mi ha dato un barlume di speranza perché, a prima vista, sembrava condividere alcune somiglianze con il mio GOTY del 2023. Sono abituato a esplorare e combattere a fianco dei miei compagni di BG3, quindi le pedine sembravano utili nella loro essenza. Le quattro classi di combattimento principali di Dragon’s Dogma 2 sono simili ad alcune di quelle presenti in Baldur’s Gate 3, il che ha reso abbastanza facile la scelta della vocazione ladra, simile a quella del rogue, come punto di partenza del mio Arisen. D’altronde, persino il protagonista, che ha subito il lavaggio della mente, ha accennato a sapori dell’Impeto Oscuro di BG3. Ma dopo aver giocato all’ultimo titolo di Capcom per circa cinque ore, sto iniziando a capire l’errore del mio giudizio. Questi paragoni sono serviti solo a darmi aspettative ingiuste su Dragon’s Dogma 2 fin dall’inizio, anche se fortunatamente mi sto ancora divertendo.

Il mio Everest personale

Dragon's Dogma 2

(Crediti immagine: Capcom) Dividi e conquista

Un drago in Dragon's Dogma 2.

(Immagine: Capcom)

Dragon’s Dogma 2 sfrutta appieno il design RPG open-world che mi ha fatto innamorare di Skyrim e Fallout: New Vegas.

Stringere i denti e caricare Dragon’s Dogma 2 per la prima volta mi ha suscitato sentimenti contrastanti. Da un lato, ero entusiasta di immergermi in un altro florido mondo fantasy pieno di mostri, mistero e caos. Dall’altro, speravo segretamente in un altro Baldur’s Gate 3. Sì, mi rendo conto di quanto sia sciocco.

Sì, mi rendo conto di quanto sia stato sciocco col senno di poi, ma potete biasimarmi? Siamo solo ad aprile e ho già accumulato crediti per sei giochi, tre dei quali erano RPG o open world. Se non fosse bastato attraversare la Costa della Spada per centinaia di ore, ho finalmente giocato a Red Dead Redemption 2, ho trascorso altre 121 ore a esplorare gli strazianti colpi di scena di Persona 3 Reload e ho proseguito subito dopo con Mass Effect 1 e 2. Non avevo certo intenzione di farmi fermare dal burnout dei giochi di ruolo, quindi per assicurarmi di proseguire con Dragon’s Dogma 2 ho dovuto giocare un po’ di carota e bastone. Mi sono detto che sto andando forte quando si tratta di giochi di ruolo e simili. Che ne dici di un altro?

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I giochi di ruolo in successione possono essere scoraggianti. Ho finito Baldur’s Gate 3 l’anno scorso e, a oggi, l’ho giocato fino al completamento circa sei volte (e non è finita qui). Dopo un’esperienza così imponente, per non parlare di quella che mi è piaciuta così tanto, avvicinarmi a un gioco come Dragon’s Dogma 2 mi ha intimorito non poco.

Non avendo mai giocato al primo gioco, sono partito alla cieca. Quello che avevo letto sul gioco mi ha dato un barlume di speranza perché, a prima vista, sembrava condividere alcune somiglianze con il mio GOTY del 2023. Sono abituato a esplorare e combattere a fianco dei miei compagni di BG3, quindi le pedine sembravano utili nella loro essenza. Le quattro classi di combattimento principali di Dragon’s Dogma 2 sono simili ad alcune di quelle presenti in Baldur’s Gate 3, il che ha reso abbastanza facile la scelta della vocazione ladra, simile a quella del rogue, come punto di partenza del mio Arisen. D’altronde, persino il protagonista, che ha subito il lavaggio della mente, ha accennato a sapori dell’Impeto Oscuro di BG3. Ma dopo aver giocato all’ultimo titolo di Capcom per circa cinque ore, sto iniziando a capire l’errore del mio giudizio. Questi paragoni sono serviti solo a darmi aspettative ingiuste su Dragon’s Dogma 2 fin dall’inizio, anche se fortunatamente mi sto ancora divertendo.

Il capitano Brant di Dragon's Dogma 2

Il mio Everest personale

(Crediti immagine: Capcom) Dividi e conquista

(Immagine: Capcom)

Dragon’s Dogma 2 sfrutta appieno il design RPG open-world che mi ha fatto innamorare di Skyrim e Fallout: New Vegas.

Stringere i denti e caricare Dragon’s Dogma 2 per la prima volta mi ha suscitato sentimenti contrastanti. Da un lato, ero entusiasta di immergermi in un altro florido mondo fantasy pieno di mostri, mistero e caos. Dall’altro, speravo segretamente in un altro Baldur’s Gate 3. Sì, mi rendo conto di quanto sia sciocco.

Sì, mi rendo conto di quanto sia stato sciocco col senno di poi, ma potete biasimarmi? Siamo solo ad aprile e ho già accumulato crediti per sei giochi, tre dei quali erano RPG o open world. Se non fosse bastato attraversare la Costa della Spada per centinaia di ore, ho finalmente giocato a Red Dead Redemption 2, ho trascorso altre 121 ore a esplorare gli strazianti colpi di scena di Persona 3 Reload e ho proseguito subito dopo con Mass Effect 1 e 2. Non avevo certo intenzione di farmi fermare dal burnout dei giochi di ruolo, quindi per assicurarmi di proseguire con Dragon’s Dogma 2 ho dovuto giocare un po’ di carota e bastone. Mi sono detto che sto andando forte quando si tratta di giochi di ruolo e simili. Che ne dici di un altro?

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Sebbene questo metodo sia stato efficace nel portarmi davanti allo schermo, controller alla mano, non mi è servito in termini di aspettative. I giochi sopra citati sono alcuni dei migliori RPG di sempre o, nel caso di RDR2, un gioco d’azione che mi ha lasciato senza fiato per l’impatto narrativo. Ma Dragon’s Dogma 2 è una bestia completamente diversa, in quanto la sua storia è forse la cosa meno interessante.

Divertimento poco serio

(Immagine: Capcom)

Accogliendo a braccia aperte questa robaccia, ho scoperto che Capcom mi ha fatto un regalo prezioso.

Frenk Rodriguez
Salve, mi chiamo Frenk Rodriguez. Sono uno scrittore esperto con una forte capacità di comunicare in modo chiaro ed efficace attraverso i miei scritti. Ho una profonda conoscenza dell'industria del gioco e sono sempre aggiornato sulle ultime tendenze e tecnologie. Sono attento ai dettagli e in grado di analizzare e valutare accuratamente i giochi, e affronto il mio lavoro con obiettività e correttezza. Inoltre, apporto una prospettiva creativa e innovativa alla mia scrittura e alle mie analisi, che contribuisce a rendere le mie guide e recensioni coinvolgenti e interessanti per i lettori. Nel complesso, queste qualità mi hanno permesso di diventare una fonte affidabile di informazioni e approfondimenti nel settore dei giochi.