Stalker 2: Heart of Chornobyl continua a stupire, ma la domanda è se riuscirà ad attirare i fan di Far Cry, Fallout e Metro nella sua landa degli orrori.

Stalker 2: Heart of Chornobyl sembra aver catturato l’isolamento dell’esplorazione di una landa irradiata con assoluta precisione. Raggiungere questa tensione atmosferica è sempre stata una delle sfide più grandi per lo sviluppatore GSC Game World, perché per quanto la trilogia originale di Stalker sia diventata amata nel tempo, la serie ha sempre avuto successo grazie alle sue vibrazioni desolate quanto alla sua filosofia di progettazione sistemica di fondo.

Laddove un tempo la natura selvaggia era distribuita in spazi ampi e interconnessi, ora si tratta di un open-world tentacolare che comprende 20 regioni che si intrecciano tra loro, ognuna delle quali contiene un’identità visiva imponente, fazioni conflittuali e caustiche anomalie. Aspettatevi una fauna e una flora altrettanto letali quanto i mutanti e i cacciatori che si aggirano nella Zona di Esclusione Anomala, una sopravvivenza messa insieme all’ombra delle rovine cineree e innaturali della centrale nucleare di Chernobyl. Se GSC sia in grado di creare una visione coerente in un paesaggio così vasto è un grande interrogativo che ci si pone quando si parla di Stalker 2, ma nulla di ciò che ho visto o giocato finora di Heart of Chornobyl suggerisce che un tale risultato sia impossibile.

Quando ho avuto modo di toccare con mano Stalker 2 a giugno, sono uscito dalla sessione impressionato dalla fedeltà, dalle prestazioni e, in ultima analisi, dal suo feel – un’osservazione nebulosa come mai ce n’è stata una, ma è quello che è. Il nuovo approfondimento di 35 minuti pubblicato da GSC (ambientato in un bioma e in una serie di missioni diversi da quelli che ho giocato in precedenza) ha dimostrato che la forte impressione che mi ha lasciato questo sparatutto non era un’anomalia, anzi, è segno che la demo che ho giocato è sempre più rappresentativa di ciò che offrirà l’esperienza finale quando arriverà.

L’aspetto curioso è che Stalker sta tornando in un panorama di sparatutto che ha contribuito a plasmare in modo sottile, e sono ansioso di vedere come i nuovi giocatori reagiranno agli spigoli più netti della serie rispetto ai suoi contemporanei. La modellazione pesante delle armi, l’intelligenza artificiale aggressiva e la struttura aperta che è disposta a lasciarvi bloccati tra eventi anomali e minacce dominanti con poco più di una scarsissima scorta di munizioni come unica linea di difesa; il clic costante di un contatore geiger come unica consolazione dall’ambiente circostante. Resta da vedere da dove i giocatori migreranno per raggiungere Stalker 2, ma potrei vedere i fan di Far Cry, Fallout e Metro trovare una casa in Heart of Chornobyl.

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Un mondo nuovo e coraggioso

Schermata di Stalker 2

(Immagine: GSC Game World)RELATIVI

Stalker 2: Heart of Chornobyl sembra aver catturato l’isolamento dell’esplorazione di una landa irradiata con assoluta precisione. Raggiungere questa tensione atmosferica è sempre stata una delle sfide più grandi per lo sviluppatore GSC Game World, perché per quanto la trilogia originale di Stalker sia diventata amata nel tempo, la serie ha sempre avuto successo grazie alle sue vibrazioni desolate quanto alla sua filosofia di progettazione sistemica di fondo.

Laddove un tempo la natura selvaggia era distribuita in spazi ampi e interconnessi, ora si tratta di un open-world tentacolare che comprende 20 regioni che si intrecciano tra loro, ognuna delle quali contiene un’identità visiva imponente, fazioni conflittuali e caustiche anomalie. Aspettatevi una fauna e una flora altrettanto letali quanto i mutanti e i cacciatori che si aggirano nella Zona di Esclusione Anomala, una sopravvivenza messa insieme all’ombra delle rovine cineree e innaturali della centrale nucleare di Chernobyl. Se GSC sia in grado di creare una visione coerente in un paesaggio così vasto è un grande interrogativo che ci si pone quando si parla di Stalker 2, ma nulla di ciò che ho visto o giocato finora di Heart of Chornobyl suggerisce che un tale risultato sia impossibile.

Quando ho avuto modo di toccare con mano Stalker 2 a giugno, sono uscito dalla sessione impressionato dalla fedeltà, dalle prestazioni e, in ultima analisi, dal suo feel – un’osservazione nebulosa come mai ce n’è stata una, ma è quello che è. Il nuovo approfondimento di 35 minuti pubblicato da GSC (ambientato in un bioma e in una serie di missioni diversi da quelli che ho giocato in precedenza) ha dimostrato che la forte impressione che mi ha lasciato questo sparatutto non era un’anomalia, anzi, è segno che la demo che ho giocato è sempre più rappresentativa di ciò che offrirà l’esperienza finale quando arriverà.

L’aspetto curioso è che Stalker sta tornando in un panorama di sparatutto che ha contribuito a plasmare in modo sottile, e sono ansioso di vedere come i nuovi giocatori reagiranno agli spigoli più netti della serie rispetto ai suoi contemporanei. La modellazione pesante delle armi, l’intelligenza artificiale aggressiva e la struttura aperta che è disposta a lasciarvi bloccati tra eventi anomali e minacce dominanti con poco più di una scarsissima scorta di munizioni come unica linea di difesa; il clic costante di un contatore geiger come unica consolazione dall’ambiente circostante. Resta da vedere da dove i giocatori migreranno per raggiungere Stalker 2, ma potrei vedere i fan di Far Cry, Fallout e Metro trovare una casa in Heart of Chornobyl.

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Frenk Rodriguez
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